Fabio Sau

Fabio Sau2017-11-09T12:25:21+01:00

Fabio nasce a Sassari il 7 Ottobre 1987.
Studia e si forma nella sua città originaria e nel 2009, attraverso molteplici esperienze lavorative inizia a viaggiare per lunghi periodi, confrontandosi con le realtà di Strasburgo, Lussemburgo, Svizzera e Germania.

In questi anni si avvicina al mondo dell’arte ed in particolare a quello della fotografia come linguaggio espressivo, attraverso l’incontro con Ilaria Cabras, fotografa di Bouche Vert, riscoprendo un approccio del tutto naturale ed appassionato con questo mezzo di comunicazione. Curioso per natura e da sempre affascinato dal movimento, inizia le sue sperimentazioni amatoriali che lo portano ad avvicinarsi al mondo della danza, portandolo a collaborare come fotografo al video realizzato da Giovanna Maninchedda, dell’associazione Speridan, con riprese di Davide Onnis e regia della stessa Maninchedda.

Fondamentale nella sua formazione è l’incontro con lo yoga e successivamente con l’acro yoga che rappresentano per Fabio un forte impulso di ricerca personale che fa del corpo e della fotografia un vero e proprio strumento di comprensione di se e del mondo. Nel 2013 il suo percorso lo porta a conoscere Giovanna Griffo, fotografa con la quale intreccia diverse occasioni di studio e che sarà per lui fonte di grande ispirazione umana e artistica.

Sempre nel 2013, partecipa con Manuel Pirino alla campagna “dai corpo ai tuoi diritti”, manifestazione a favore dei diritti civili GLBT e fonda insieme ad Antonio Bissiri Prendashanseaux, danza e fotografia, realtà artistica in costante evoluzione che si pone come obbiettivo cardine quello di narrare attraverso due linguaggi apparentemente lontani; Nel dicembre dello stesso anno organizza a Sassari, presso l’ex mercato civico “Linguaggi che si incontrano”, chermesse dedicata ai differenti linguaggi artistici come la poesia, la recitazione, la danza e la fotografia, in collaborazione con diverse associazioni cittadine. Nel 2014, partecipa a diversi workshop di composizione e tecnica fotografica, con Fotografia Professionale a Reggio nell’Emilia dove si trasferirà lo stesso anno per partecipare all’Accademia di Post-produzione sotto la direzione di Simone Poletti e Simone Conti.

L’avvicinamento sempre più stretto con il mondo della danza e del teatro, gli offre nuovi spunti di riflessione e punti di vista che lo portano a fotografare gli spettacoli di Compagnie comeArtemis Danza di Monica Casadei, M&M dance company di Michele Merola e la stessa Prendashanseaux.
Nel suo lavoro pone mette a disposizione della fotografia la propria sensibilità e la propria necessità di raccontare, la propria visone personale del mondo e delle infinite bellezze che vede in esso. Il suo legame con la Sardegna lo porta nel 2015 a lavorare al progetto fotografico ispirato ai pozzi sacri della Sardegna ed al culto dell’acqua con particolare attenzione al pozzo di Santa Cristina. Alla fine dello stesso anno lascia il suo precedente lavoro per dedicarsi al progetto Prendashanseaux e allo studio della fotografia.

A luglio 2015 partecipa con Prendashanseaux al Festival della Resilienza, portando la prima
interazione in scena fra danza e fotografia nello scenario del sito nuragico di Tamuli a Macomer; la stessa pièce si sviluppa nei mesi a seguire, diventando una performance situazionista in cui l’arte interferisce con il senso comune tra i corridoi e le vetrine della galleria Auchan. A Dicembre 2015 “Resilia, Interferenze storiche” va in scena nello spazio T.Off di Cagliari all’interno della rassegna 1000 piani dal Teatro contemporaneo di Origamundi. Resilia si snoda poi tra le vie del Centro Storico di Sassari, dove la danza e la fotografia si manifestano in performance situazioniste ed effimere, prese di posizione, vere e proprie Interferenze Urbane. Da questo momento in poi inizia un periodo decisivo sia per la formazione sia per l’approfondimento di determinate tematiche. Continua gli studi all’Istituto Marangoni di Firenze come fotografo di scena, seguito dalla Fotografa Lucia Baldini, altra ispirazione che lascerà un segno nel percorso fotografico di Fabio.

Lo stesso anno partecipa a diverse Residenze Artistiche in Sardegna, nelle quali non solo sperimenta nuovi approcci alla fotografia, sia intesa come progettualità che come tecniche di scatto e post, ma interlaccia rapporti umani ed artistici che arricchiscono notevolmente il suo bagaglio culturale, sociale ed umano.

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