La partenza,
quel desiderio irrefrenabile di attraversare il mare alla scoperta di cosa c’è al di là , quel gustoso mix fra curiosità ed impulso che con il tempo si trasforma in necessità, quella spinta che una volta concretizzata, ti costringe ad apprezzare e a vedere con nuovi occhi quella terra dal quale tutto è iniziato.
Si parte quindi da un punto comune, la fuga.
Ogni singola persona coinvolta in questa avventura chiamata e_scape ha sentito la necessità di esplorare nuove terre, nuovi orizzonti, anche se credo che questa sia una necessità intrinseca nell’essere umano, che spesso viene espressa, altre rimandata ed in alcuni casi rimane latente.
Dicono che l’importante sia il viaggio, in tutte le sue forme, ed è proprio il viaggio per arrivare ad Orani che catapulta verso un altro mondo, una dimensione poco conosciuta della Sardegna ma dal grande valore culturale, storico e paesaggistico, l’entroterra.
La parola stessa per me ha un suono potente, la stessa potenza che si può osservare oltrepassando le querce della macchia mediterranea, i sughereti e le polverose scarpate delle cave di talco che sembrano segnare l’entrata nel territorio Oranese, quasi come uno stargate.
Una delle particolarità che più mi colpii una volta “sbarcato” in paese, è proprio la sua forma che sembra somigliare ad un cuore, non come lo si disegna di solito, ma proprio nella sua forma più autentica , e lo si può notare ovunque, già, perché Orani fra le sue salite e discese, le sue strette vie sino ad arrivare ai piedi della montagna offre una visuale su tutta la vallata e su tutto il perimetro del paese.
Ci siamo immersi per un lungo periodo nel paesaggio, nei racconti e nelle storie (a tratti amare) che caratterizzano questo territorio cosi’ unico.
Il nostro sguardo non è più rivolto verso chi parte ma si concentra verso chi resta. Una restituzione al paese che ci ha ospitato e che ci ha spinto alla riflessione profonda su una tematica che ad oggi non riguarda solo il paese di Orani, ma tutta la Sardegna.
Credo che uno fra i tesori più preziosi di questo periodo di residenza ad Orani, siano gli incontri.
Ogni incontro, da quelli programmati a quelli casuali, è stato un regalo, un tassello di un puzzle ancora in fase di costruzione che il 22 di giugno troverà la sua forma, si, perché il colore l’abbiamo trovato dal primo istante, il blu oltre mare, denso e pulsante, quel blu oltremare di cui Orani è saturo; è presente in ogni parete, in ogni angolo, in ogni scorcio delle strette vie del centro storico.
Quelle vie un tempo abitate, un tempo luogo di ritrovo lasciano spazio al silenzio, ad un malessere che si respira nell’aria, ma non si dice.
Eppure ogni volta che vi faccio ritorno, ne avverto l’energia, reale e viva, quasi palapabile.
Fabio Sau
ph. Fabio Sau