Non sono abituato a scrivere di ciò che accade mentre accade. Adesso sono davanti al muro bianco della mia casa di Modena e penso a questo ultimo ciclo di residenza.

Chiudo gli occhi e mi dico: “A quanto pare sarei pazzo”.

Orani, 15-18/05/2018

Li nariana Maccu!!

Abbiamo la strana e costante  tendenza a cercare le cose fuori da noi. A Orani il tempo non si è fermato. A Orani il tempo scorre in modo differente. Io e i miei compagni di viaggio sappiamo che effetto fa quando il tempo ti sta alle costole e quando sei in urgenza, ma lì, a Orani, il tempo scorre in modo differente.

– Io vado, tu che fai? Resti?

-Io resto.

-Io non sono mai andato via.

-Io ritorno.

-Sono appena tornato!

-Io tornerò.

Nel silenzio di un paese nel cuore della Sardegna l’eco di questi pensieri rimbalza sulle case e come talco cosparge i nostri corpi.

Mentre abitiamo questi luoghi mi domando : “siamo in cerca di qualcosa o di qualcuno?”

I nostri corpi e i nostri sensi si sono imprezziositi di quelle strade e di quelle storie…

Con grande generosità ci siamo donati uno all’altro e atraverso l’altro ci siamo riconosciuti.

Forse chi stiamo cercando è in ognuno di noi, un po’ come quando al carnevale di Bosa (il paese in cui sono nato e cresciuto) cerchiamo “unu ticchirigheddu e latte”. Questa però è un’altra storia.

È evidente che in Sardegna le storie non siano mai totalmente slegate una dall’altra.

Non esiste un legame tangibile fra la tenerezza, la gentilezza di Tonina (che come una padrona di casa di altri tempi ci ha coccolati nel suo agriturismo) e il silenzio della Chiesa sconsacrata di Sant’Andrea, ma fra questi due mondi sono racchiuse le storie e i paesaggi che hanno condizionato e condizioneranno la nostra esperienza fra le strade di Orani. Il viaggio e la condivisione sono i temi riccorrenti di questa fuga che è anche una caccia.

Questo è un testo un pò sconclusionato ma dichiaro la mia pazzia per cui posso scrivere ciò che voglio e come voglio. L’augurio è quello di un…

-dove?

-Boh!!

-millo mi!!   

-Cussu pariat maccu maccu, abbà!

 Antonio Bissiri